mercoledì 28 marzo 2012

TEDDY BOY

 


In tutto il Regno Unito,
tra gli anni '50 e '60 si diffuse una nuova sub-cultura giovanile.




Divenne Moda,tendenza, quasi un culto e oggi la chiamiamo comunemente sub-cultura, perché ha fatto la storia non solo di uno stile ma di una generazione intera. 




I teddy boy  si ispiravano all’epoca edoardiana, riproposta dai sarti dopo la seconda guerra mondiale. 






Il nome fu preso da un titolo in prima pagina di un giornale del 1953 che abbreviava il nome Edward in Teddy. 




Introdussero il concetto di “vestire bene”, creando un nuovo stile contrapposto con la mentalità dell’epoca del dualismo tra vestito da lavoro e della domenica.  
                                         SEGNI DI STILE :
-BLAZER -GILET 
-JEANS CON RISVOLTO
-CALZINO A VISTA
-SCARPE BROTHEL CREEPER 
-CAPELLLI CON CIUFFO E 
                  BRILLANTINA. 


E OGGI ? 
  
Oggi ritroviamo segni di stile,per le strade, nuovi teddy boy, alle volte incosapevoli di esserlo.









                                                                        

















I New teddy boy: blazer rivisitati in tessuto “felpa”, skinny  a sigaretta con risvolto e papillon con tocco British...


Nuove "norme" abbigliative, nuove linee, nuovi look per vecchie mode! 


La moda è ciclica, la sub-cultura ritorna, e i giovani continuano ad imitare,alri ispirandosi alla storia,ed attraverso essa creano nuovi mood non per farsi accettare, ma per andare controcorrente... SEMPRE!!!  








THANKS TO MY MODEL.. 
             
     "Seby Bartolone "
                Aspasia

                        
                                                              
















mercoledì 7 marzo 2012

lunedì 5 marzo 2012

Per strada, là dove nascono le mode, dove l'ispirazione prende forma e diviene realtà.

Artisti di strada, creano su muri,  altri su stoffe,  con odori e sapori, tra le note di un pentagramma con un solo spartito: la creatività, libera e pura! 
          




Semplici spunti, omaggio a chi si è distinto per creatività, coraggio e genio.  Una vecchia maglia può rivivere e parlare di noi, senza far parlare gli altri attraverso noi stessi!! 








                                              Aspasia











TRA ARTE E MODA E PROTESTA

Dalla Street Art a Vivienne Westwood;





Graffiti e stencil, hanno reso muri spenti e impersonali vere opere d'arte, grazie ad artisti come Bansky e Jean Micheal Basquiat.




Lei,Vivienne Westwood, la Queen del Punk che ha fatto della "moda" uno stile di vita, il suo!! 
Evoca mode e scova tendenze, sa ancora stupire, arrivata davanti alla Queen, quella vera, alza gonna!




 Provocatoria e irriverente la Westwood ha fatto la storia della moda, partendo da una white T-shirt, con strappi e spille da balia.
Ha saputo coniugare stile di vita, moda e protesta !! 
Arte, Moda & Protesta!!
                                                     Aspasia
                                                                                                                                    

Street Art



Arte di strada o arte urbana; 




E'il nome dato ad una forma d'arte che si manifesta per strada,in luoghi pubblici e spesso illegalmente. 


Attraverso tecniche più disparate: spray,sticker art,stencil, questi artisti creano  graffiti e vengono chiamati semplicemente Writing.


Banksy:


È uno dei maggiori esponenti della street art. 
Si sa di lui che è cresciuto a Bristol ma la sua vera identità è tenuta nascosta. 
Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l'etica. 




















La tecnica che preferisce per i suoi lavori di 
"guerrilla-art" è da sempre lo stencil, che proprio con Banksy è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore presso street artists di tutto il mondo.

« Alcune persone diventano dei poliziotti perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore.

Alcune diventano vandali perché vogliono far diventare il mondo un posto migliore da vedere »








                                Aspasia



sabato 3 marzo 2012

Il mondo di ...



Realizzare che una donna molti anni prima aveva già intuito, predetto e scritto le sorti della nostra Società, della nostra Moda, dei nostri confini... di Genere.


Il termine “genere”  è inteso come convenzione  di "vestire" panni da uomo o da donna, così come il modello sociale ci impone. 

Orlando è la storia di un ragazzo che attraverso un’esperienza straordinariamente estesa impara a conoscere la natura della propria anima, rinunciando progressivamente ai paradigmi ufficiali, storicamente condizionati, di femminilità e mascolinità. 

Tra le pagine di "Orlando" (parte 2)



(…) sono gli abiti a portare noi, e non noi a portare gli abiti; possiamo far si che modellino bene un braccio, o il seno, ma essi ci modellano a piacer loro il cuore, il cervello, la lingua. La differenza tra i due sessi, per fortuna, è profonda. Gli abiti non sono che il simbolo di qualcosa nascosto nel profondo.
                                      (Orlando – Virginia Woolf)
                                                                                  





Tra le pagine di Orlando, la scrittrice dissemina la sua   idea che l'essere umano è essenzialmente androgino, la sua convinzione che in ogni persona convivano una parte maschile e una femminile, entrambe da esplorare con naturalezza, e non manca mai di far pesare il suo punto di vista sulle scelte della politica e del costume, sottolineando con ironia il mancato ruolo della donna nella società a lei contemporanea.

Il protagonista cambia sesso durante i secoli, senza tuttavia mutare coscienza e senza invecchiare: sperimenta l’essere uomo e l’essere donna, il ruolo sociale appunto o “genere”, che di volta in volta la società gli cuce addosso come un vestito.

Tutti i partners di Orlando sono dei suoi <<doppi>> o specchi, nei quali l’androginia risalta con ironia combinatoria: Sasha, la principessa moscovita (ispirata a Violet Trefusis, che ebbe con Vita una lunga, tempestosa relazione, con travestimenti e fughe parafrasate nel romanzo) è sempre descritta “in pantaloni alla russa” ed ha attrattive bisessuali. Orlando, uomo e donna, signore-signora del castello, diviene come nelle fiabe classiche figura traslucida dell’anima, della sua eterna ricerca di forma e di armonia.
     
                                             Aspasia



Tra le pagine di "Orlando" ...


“I sessi, per quanto diversi, si mescolano. Non c’è essere umano che non oscilli da un sesso all’altro, e spesso sono solo i vestiti a serbare l’apparenza maschile o femminile, mentre il sesso profondo è tutto l’opposto di quello superficiale”.             
               (Orlando – Virginia Woolf) 
                                                                                                             

Orlando, dopo aver vissuto per circa trent’anni una vita da uomo, ad un tratto si risveglia donna. Quando iniziò la stesura del romanzo, Virginia Woolf si propose due importanti obiettivi: spezzare la rigida connessione sociale tra identità sessuale e ruolo nell’Inghilterra vittoriana e difendere l’androginia dell’essere umano. Orlando, fra mille peripezie, attraversa vari secoli della storia e cultura inglese dal tempo della regina Elisabetta al diciannovesimo secolo. L’autrice ha difeso l’androginia dell’essere umano, la nostra ambiguità sessuale. 



Orlando può essere considerato una lunghissima lettera d'amore, scritta dalla Woolf per rendere immortale la figura di Vita Sackville West, una superba ed eccentrica aristocratica con la quale l’autrice ebbe una storia d'amore, l'amica con la quale condivise gran parte della vita. Virginia scrisse l’opera affinché restasse eterno il ricordo del fascino ambiguo e prepotente di Vita, per lasciare una testimonianza eccellente di un amore mai dimenticato.
                                     Aspasia